Macerata, 30mila al corteo antifascista: i movimenti vincono la scommessa

Di DinamoPress

Una marea antifascista invade le strade di Macerata. Contro la violenza razzista, contro le organizzazioni di estrema destra, contro le manovre del Partito Democratico. Manifestazioni anche in altre città italiane, da Palermo a Milano. Scontri a Piacenza.

Trentamila persone hanno sfilato oggi per le strade di Macerata. Uomini e donne di età e provenienza politica diversa, sono arrivati da tutte le Marche e da ogni regione d’Italia per rispondere all’urgenza di esserci, di manifestare assieme contro il razzismo e contro il terrorismo fascista, che solo una settimana fa provava a compiere una strage di cittadini migranti, ferendone sei a colpi di pistola.

Nonostante la paura che le segreterie di Anpi, Cgil, Libera e Arci hanno tentato di creare attorno al corteo, su ordine dei vertici del Pd, e il tentativo di vietare la piazza del ministro dell’Interno Marco Minniti, il tentativo di criminalizzazione è miseramente fallito. Oggi pomeriggio a Macerata ha sfilato una manifestazione piena di rabbia e determinazione, ma per niente impaurita.

In piazza, centri sociali, partiti della sinistra, associazioni, movimenti territoriali e anche tanti “ribelli” di Anpi, Arci, Libera e Cgil (in particolare la Fiom che ha formalmente aderito), che hanno sconfessato l’ottusità dei propri vertici. È questa piazza l’unico antidoto al veleno razzista e alla violenza dei gruppi neofascisti. Lontanissimo il Partito Democratico, che comunque non sarebbe stato gradito. Assenti le istituzioni, che rimandano a un domani la loro mobilitazione in difesa dei valori costituzionali, una mossa che sa tanto di tornaconto elettorale.

Fondamentale la presenza del movimento femminista Non Una di Meno, a ricordate a tutte e tutti come anche questa vicenda sia iniziata con una violenza su un corpo di una donna giovanissima, che l’attentatore fascista pretendeva di vendicare. Imprescindibile in questo momento la voce di chi si batte contro la sopraffazione di genere e il fascismo per vincere questa battaglia dentro la società.

Grande e importante anche la presenza di cittadini migranti, intervenuti più volte dal microfono per denunciare il clima razzista e le violenze delle organizzazioni di estrema destra, legittimate e fomentate dalle narrazioni mediatiche e dai posizionamenti politici che si sono sempre più diffusi negli ultimi anni.

Nel frattempo, in diverse altre città italiane si sono registrare mobilitazioni in solidarietà con quella di Macerata e contro le diverse organizzazioni fasciste. Mobilitazioni a PalermoBrescia e Pavia. A Torino, circa 200 antifascisti hanno provato a raggiungere un piccolo presidio di Forza Nuova (il gruppo che si è schierato pubblicamente a favore di Luca Traini). Alcune centinaia di agenti hanno protetto il sit-in, si sono verificate tensioni e un attivista è stato fermato. A Cosenza, i manifestanti hanno assediato uno sparuto gruppo di fascisti, capeggiati da Roberto Fiore (FN), che ha provato ad affacciarsi in città. Alla fine della giornata non sono riusciti neanche a uscire dall’hotel in cui si erano nascosti, protetti dalla polizia. A Piacenza, gli antifascisti, che manifestavano contro l’apertura di una nuova sede di Casapound, hanno resistito a una carica e poi sfondato il cordone dei carabinieri, che avrebbero voluto confinarli fuori dal centro della città.

Tantissimi i manifestanti in corteo a Milano, dove 40mila persone si sono riprese le strade del capoluogo lombardo.

Dopo questo corteo, torniamo tutti a casa tutti un po’ più forti, consapevoli che non c’è nessun presente da difendere, ma solo un futuro da scrivere insieme. Contro quello che vorrebbe riservarci chi quotidianamente mette pratica razzismo di Stato e politiche che precarizzano e impoveriscono le nostre vite, legittimando nei fatti le azioni e la propaganda dei fascisti.

Oggi in Italia, di fronte a una possibile torsione autoritaria, non ci sono più fronti democratici o costituzionali capaci di attivarsi automaticamente o interessati a farlo. Esiste però un altro fronte, trasversale, non formalizzato, che passa per i movimenti, per le donne di Non Una Di Meno, per una composizione giovanile e sociale disposta a contrastare la minaccia fascista e per le componenti di base dell’associazionismo (come quelle che hanno costretto a fare marcia indietro le segreterie nazionali delle grandi organizzazioni).

Questo fronte è capace di ribaltare il discorso politico e mediatico, come avvenuto in queste ultime ore. Di fronte a una situazione nuova, tanto nel corpo sociale che nel contesto politico, c’è urgenza di ripensare le forme dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Consapevoli che è una battaglia che non ammette sconfitte. E in cui siamo pronti a giocarci tutto.